09 October 2006

Tornare indietro di vent'anni

Lei stava lì, in un angolo. Non l’avevo vista all’inizio, mi era quasi scappata e quando i nostri sguardi si sono incrociati si è illuminata la giornata...

Era ieri pomeriggio, domenica, e da qualche giorno non sto benissimo, al 100%. Qualche problemino allo stomaco, un senso di stanchezza latente... niente di che, è come se la classica influenza dovesse arrivare ma non riesce a trovare la strada giusta per esplodere.

Quando l’ho vista però non ho pensato ad altro. L’ho subito presa in mano e sono andata a pagarla alla cassa....

Ammetto che per un attimo sono stato assalito dal classico “senso di colpa del compratore”, quello che ti fa venire le paranoie anche se vuoi fortemente una cosa. Qualche attimo e poi le mie 19,90 consegnate nelle mani dell’ignara commessa che stava per regalarmi un sogno. O quantomeno stava per riprtarmi indietro di 20 anni.

Uscito dal negozio avevo in mano la confezione del “C64 dtv” (www.c64dtv.co.uk), ovvero, un joystick da collegare direttamente alla tv per giocare con 30 giochi del Commodore 64.

Pensavate che avessi avuto un colpo di fulmine con una ragazza? Naaaaa.... molto di più, ieri pomeriggio sono tornato ad essere, anche se qualche decina di minuti, il ragazzino di 7 anni che si emozionava alla vista di un videogioco che faceva i rumori dei passi quando camminava.

Era il novembre del 1983 (o ‘84?) quando vidi per la prima volta “Mission Impossible”. Io venivo dallo ZX81, ovvero dai giochi tipo il labirinto fatto con gli “slash” (/) o con gli asterischi (*). Invece eccolo sullo schermo in tutta la sua magnificenza. Quella voce (“stay forever”)...
Questo apparecchietto ha al suo interno 30 giochi che si possono caricare soltante premendo un tasto, tipo sala giochi.
E se alcuni sono sconosciuti ce ne sono altri che hanno fatto la storia dei videogiochi (e svuotato le mie povere “paghette”). Come dimenticare “Pit stop 2”, praticamente il primo gioco di Formula 1? Oppure “Uridium”, il primo vero shoot’em up, oppure ii mitici “Summer games” e “Winter games” (quanto male ai polsi e quanti joystick distrutti per la corsa dei 100 metri!). Ma poi alnche altri, “Paradroid”, “Head the ball”, “Cybernoid”, “California games”.
Non pensate che sia il Commodore 64. Non si possono caricare altri giochi, non si può salvare. Quello che conta è stato il risentirsi bambini per un attimo.
Quando ho caricato “Mission Impossible” e ho risentito quei passi e ho risentito quella voce sono davvero tornato indietro a quando rompevo le palle a mio padre per comprarmi quel computer grigetto e anche un po’ bruttino che però sembrava fare cose magnifiche. A quando quel computeretto arrivò a casa tramite “postalmarket” (un giorno andammo in una specie di convention proprio della Commodore dove per 1 milione o più, mi pare, ci vendevano il lettore di floppy disk, il mangianastri, il monitor e tantissimi programmi e giochi, ma non il computer che quindi acquistammo a parte) e la gioia di provarlo subito fu immensa (così come la sorpresa di scoprire che un malfunzionamento cancellava dei pixel ogni tanto: immaginate a giocare a calcio, avete la palla e ad un certo punto il nulla ve la porta via...).

Da lì nacqua tutto, fino ad arrivare a quello che sono oggi, al lavoro che faccio, alla vita che faccio.

Probabilmente non ci giocherò mai più, ma è certo che quando ne avrò voglia mi basterà spingere “on” per tornare al 1984.

E peccato per quei ragazzini del duemila che non hanno mai giocato a “Emlyn Hughes”, a “International Soccer”, a “Sensible Soccer” o al super super super “Kick Off 2” e che oggi vengono abbagliati dai colpi di tacco dei vari “Fifa” ecc...

3 comments:

Anonymous said...

good start

Anonymous said...

molto intiresno, grazie

Anonymous said...

leggere l'intero blog, pretty good